SAN DIEGO – 14 Settembre 2000

Maxamina ed alfa-Interferone

(BW HealthWire)

 

La Maxim Pharmaceutical (Nasdaq: MAXM) ha annunciato il risultato a 48 settimane della Fase II dello studio sulla Maxamina® (Istamina diidrocloride) usata in combinazione con Interferone alfa (alfa-IFN) nel trattamento di pazienti cronicamente infetti dal virus dell’Epatite C.

Dopo 48 settimane di terapia, la combinazione di dosi ottimali di Maxamina e di alfa-IFN, determinò una risposta virale completa nel 61% dei pazienti, mentre è noto che questa si ottiene solo nel 29% o meno dei pazienti in terapia col solo alfa-IFN.

 

I risultati sono stati esposti in un meeting della Società di Terapia Biologica, dal principale responsabile dello studio Yoav Lurie, M.D., Direttore della Clinica Epatologica del  Kaplan Medical Center in Israele.

“Questi risultati a 48 settimane dell’associazione di Maxamina e alfa-IFN sono veramente eccezionali” ha detto Lurie. “Lo studio includeva una percentuale ragguardevole di pazienti con alto titolo virale e con Genotipo 1, ed entrambi questi fattori sono quelli che in genere si accompagnano ad una risposta debole sia all’alfa-IFN che agli altri trattamenti attuali. Questi risultati finali indicano chiaramente che la Maxamina può essere utile non solo nell’intera popolazione in studio, ma anche nei gruppi ad alto rischio”.

Oltre quindi ai risultati positivi dell’intera popolazione in studio presa in considerazione, le percentuali di risposta che sono state ottenute nel gruppo a maggiore rischio trattato con la combinazione Maxamina-alfa IFN sono state nel complesso migliori di quelle che ci si sarebbe aspettati con un trattamento con il solo alfa-IFN:

-          Nonostante le scarse probabilità di un risultato efficace, il 55% dei pazienti con il genotipo 1 del virus dell’epatite C trattati con dosi ottimali della combinazione Maxamina-alfa IFN, ottennero una risposta completa dopo 48 settimane, mentre il trattamento con il solo alfa-IFN dà in genere una percentuale di successo inferiore al 20%. I pazienti colpiti dal genotipo 1 del virus sono appunto quelli con risposta peggiore alle terapie attuali, e rappresentano il 70% dei pazienti Statunitensi ed Asiatici.

-          Anche i pazienti con alti titoli virali (cioè con valori più alti di 2 milioni di copie per millilitro di sangue) hanno solitamente una risposta scarsa alle terapie. Ad ogni modo il 54% dei pazienti con tali alti titoli virali trattati con dosi ottimali della combinazione Maxamina-alfa IFN, presentarono una risposta completa a 48 settimane, mentre la risposta nei pazienti trattati con il solo alfa-IFN è di solito inferiore al 20%.

-          “Basandoci sui risultati appena acquisiti, stiamo adesso cercando di organizzare 2 studi clinici di Fase III in pazienti con Epatite C, in collaborazione con  F. Hoffmann - La Roche, impiegando la combinazione di Maxamina, IFN Pegilato e Ribavirina”, ha dichiarato Kurt Gehlsen, Ph.D., Vice Presidente della Maxim, e responsabile della sezione Sviluppo. “Siamo convinti che la Maxamina in associazione con i più recenti composti a base di IFN nella forma Pegilata, possano fornire una sinergia ed essere efficaci non solo nei pazienti mai trattati in precedenza, ma anche nei pazienti non responsivi alle terapie usuali.”

 

Riassunto dello Studio di Fase II

Lo studio di Fase II di valutazione del dosaggio era stato implementato per valutare l’efficacia della combinazione Maxamina-alfa IFN nel trattamento di pazienti con epatite cronica C non precedentemente sottoposti a terapia con alfa-IFN. Il primo obiettivo era di trovare la dose migliore di Maxamina per questi pazienti, dimostrando poi che la Maxamina può influenzare le citochine proprio come l’alfa IFN, durante la terapia antivirale. Lo studio, condotto su 129 pazienti, si è svolto in Gran Bretagna. Israele, Belgio e Russia.

I pazienti erano stati assegnati a caso ad 1 dei 4 gruppi terapeutici: ogni paziente veniva trattato con Maxamina – con uno dei 4 dosaggi stabiliti - più alfa-IFN alla dose fissa di 3 milioni di Unità per 3 volte alla settimana - .

Nei gruppi con i dosaggi più bassi di Maxamina, i pazienti ricevevano un’unica dose del farmaco ogni giorno, assumendo così 3 o 5 mg di farmaco alla settimana. Nei gruppi con i dosaggi più alti di Maxamina, i pazienti ricevevano due dosi del farmaco ogni giorno, assumendo così 6 o 10 mg di farmaco alla settimana.

Dopo 48 settimane il 61% dei pazienti trattati con alte dosi di Maxamina ebbe una risposta virale completa: ciò si osservò invece solo nel 55% dei pazienti sottoposti alle dosi più basse. Complessivamente, nei quattro gruppi, una completa risposta virale si ottenne nel 58% dei pazienti. Si tenga presenta che la Letteratura riporta valori percentuali solamente del 29% nei pazienti trattati con il solo alfa-IFN.

I primi indici di efficacia nello studio erano una riduzione del titolo virale ed un miglioramento della funzione del fegato. Una risposta virale completa era definita da titoli virali sotto il limite di rilevazione con la tecnica PCR-RNA. Una risposta biochimica completa era invece definita come un normalizzarsi dei livelli enzimatici epatici, considerando le GPT come misura standard della funzione epatica.

I pazienti che ebbero una risposta nelle prime 12 settimane di terapia proseguirono con quel trattamento sino alla 48° settimana. Un’ulteriore valutazione verrà eseguita alla 72a settimana, cioè 24 settimane dopo il termine della terapia.

I pazienti dello studio si sottoposero alla terapia combinata Maxamina-alfa IFN al loro domicilio. I risultati a 48 settimane indicano che la disponibilità dei pazienti e la sicurezza della terapia influenzarono in modo positivo i risultati.