Ecco
l'uomo con l'intestino nuovo
Trapianto
eccezionale a Modena. La prima volta in Italia
Il paziente, 35 anni, non riusciva più ad assimilare i cibi. Intervento durato
9 ore. L'incognita del rigetto
dal nostro inviato VALERIO VARESI
MODENA -
Gli hanno sostituito per intero l'intestino incapace di assimilare le sostanze
dei cibi. Oltre nove ore di sala operatoria per quello che è stato il primo
intervento in Italia e l'ottantesimo nel mondo di trapianto di tutti i visceri:
intestino tenue e crasso, oltre alla ricostruzione di due terzi dello stomaco e
di metà duodeno. Il capolavoro chirurgico è stato compiuto dall'équipe di Antonio Pinna direttore dell'unità di trapianto multiviscerale e del fegato del
policlinico di Modena. Un lavoro eseguito con precisione millimetrica per
collocare i metri di intestino del donatore nell'addome del paziente
riconnettendo i tessuti e i vasi sanguigni di un organo molto vasto e complesso.
Un po' come adattare sotto il cofano di una vettura un motore diverso
dall'originale.
Alla fine l'operazione è riuscita e a Modena è stato festeggiato l'inedito
intervento destinato a ridare speranza a pazienti come il signore di Catanzaro
operato venerdì da Pinna e dai suoi. "Pseudo ostruzione cronica
intestinale" era la diagnosi. Una malattia congenita che consiste in una
sorta di immobilità dell'intestino con conseguente ristagno di cibi e assenza
di assimilazione delle sostanze. I movimenti dell'intestino, infatti, sono la
condizione essenziale affinché avvenga il ciclo digestivo e di assorbimento dei
nutrienti. Nel paziente trapiantato, invece, i visceri non si contraevano
provocando nausee, vomito, dolori addominali e deperimento fisico.
La strada del trapianto era quindi una via obbligata considerato che l'unica
alimentazione possibile, nel caso del trentacinquenne calabrese, era quella
endovenosa. Così, appena si è prospettata la possibilità di espiantare un
organo, i medici dell'équipe modenese si sono messi al lavoro con un
sincronismo simile a quello del cambio gomme ai box Ferrari.
Dalla città emiliana, verso l'una di venerdì, è partito in auto Elio Iovine,
l'aiuto del professor Pinna. Destinazione l'ospedale delle Molinette di Torino
dove un uomo di 42 anni era da poco deceduto in seguito a un incidente stradale.
Lì lo attendevano i colleghi del capoluogo piemontese per collaborare
all'espianto. Un'ora e mezzo dopo, appena avuta la certezza della donazione, il
professor Pinna, a Modena, ha iniziato a togliere dall'addome del paziente
l'intestino malato e parte dello stomaco. Tre ore dopo, verso le 5,30, è
ritornato da Torino Iovine con l'organo pronto per il reinnesto. Il tutto sul
filo dei minuti per evitare che l'intestino prelevato potesse danneggiarsi: dal
momento del prelievo al momento del trapianto non devono passare più di 6 ore.
L'operazione vera e propria è cominciata alle 6,30 con la ricostruzione, a
partire dall'intestino nuovo, di due terzi dello stomaco e di metà duodeno
asportati dal bisturi per garantire una migliore efficacia dell'intervento. Poi
la sistemazione dei metri di visceri nell'addome del paziente con un lavoro
centimetro per centimetro ricongiungendo vene, arterie, tessuti e nervi.
L'ultima operazione di ricucitura ha riguardato la riconnessione dell'intestino
nuovo con il retto, l'unico tratto dell'apparato digerente non toccato dal
bisturi. Ora che chirurgicamente è filato tutto liscio, la possibilità che il
paziente si riprenda completamente è legata al fenomeno del rigetto biologico.
L'uomo operato è stato preventivamente trattato con farmaci immunodepressivi,
ma le prossime due settimane saranno quelle decisive (Il paziente viene
trattato con corticosteroidi, FK 506, Prostaglandine e Zenapak - nota
del webmaster). Se su altri tipi di
trapianto il fenomeno è controllabile, per un intervento così vasto questo
tipo di reazione rimane un'incognita.
Pinna si porta dietro l'esperienza maturata prima alla scuola statunitense di
Pittsburgh e poi all'ospedale di Miami, dove questo genere di trapianto è stato
sperimentato per la prima volta e dove il chirurgo ha messo a punto la manualità
necessaria ad eseguire un'operazione così complicata. Modena ha avuto, ad
ottobre, l'autorizzazione ministeriale per eseguire quest'ultima in Italia e
assieme a Torino si avvia ad completare un programma coordinato dal Consiglio
superiore di sanità. Trapianti multiorgano (tra cui l'intestino) erano stati
eseguiti anche all'università La Sapienza di Roma alcuni anni fa, ma questa è
la prima sostituzione per intero del solo intestino. Prima che arrivasse in
Italia questa nuova tecnica operatoria, i pazienti italiani erano costretti ad
emigrare all'estero. Molti di essi proprio a Miami nel centro diretto da Andreas
Tzakis.