Importanza del grado di differenziazione istologico del carcinoma epatocellulare sui risultati dopo trapianto di fegato

Tamura S; Kato T; Berho M; Misiakos EP; O'Brien C; Reddy KR; Nery JR; Burke GW; Schiff ER; Miller J; Tzakis AG

Division of Transplantation, Department of Surgery, University of Miami School of Medicine, 1801 NW Ninth Ave, Highland Professional Building, Suite 511, Miami, FL 33136, USA.

 

Ipotesi: il grado istologico di un carcinoma epatocellulare (HCC) è un importante fattore prognostico che influenza la sopravvivenza del paziente dopo trapianto di fegato (OLT)

Tipo di studio: retrospettivo.

Sede: Ospedale universitario

Pazienti: Di 952 pazienti sottoposti a trapianto di fegato tra  giugno 1991 e Gennaio 1999, 56 presentavano nel fegato nativo un epatocarcinoma evidenziato istologicamente. Tra questi pazienti, di 53 vennero analizzati tutti i dati clinici ed istologici. Un singolo anatomopatologo ignaro dell’evoluzione clinica dei pazienti, riesaminò tutti i campioni istologici.

Risultati: Il follow-up medio fu di 709 giorni. La sopravvivenza media per i pazienti con tumori di diametro inferiore ai 5 cm ad 1, 3 e 5 anni fu dell’87%, 78% e 71% rispettivamente (Kaplan-meier). L’analisi univariata mise in evidenza l’importanza del calibro, del numero e della sede delle neoplasie; la presenza di invasione microvascolare e di metastasi linfonodale; il grado di differenziazione istologico; ilpTNM: tutti questi fattori influenzarono in modo significativo la sopravvivenza. L’analisi multivariata rivelò che la differenziazione istologica e  lo stadio pTNM erano fattori indipendenti e statisticamente significativi capaci di influenzare la sopravvivenza (P =.002 e .03, rispettivamente). Se si escludeva lo stadio pTNM dall’analisi multivariata, i fattori che restavano indipendentemente significativi erano la differenziazione istologica ed il calibro delle lesioni (P =.02 e .03, rispettivamente). La sopravvivenza a 3 anni per i pazienti con tumori di piccolo calibro (diametro ≤ 5 cm) con HCC bene o mediamente differenziato ed in quelli con HCC poco diffrenziato fu dell’82% e del 67%, rispettivamente. La sopravvivenza a 3 anni per i pazienti con tumori di grosso calibro (diametro ≥ 5 cm) con HCC bene o mediamente differenziato ed in quelli con HCC poco differenziato fu del 62,5% e dello 0%, rispettivamente.

Conclusione: Nella nostra analisi retrospettiva, la differenziazione istologica ebbe un effetto  statisticamente

 Significativo sulla prognosi dell’HCC dopo trapianto di fegato. Comunque, prima di modificare gli attuali criteri di selezione per trapianto dei pazienti con HCC, sono necessarie degli studi prospettici per confermare l’importanza del grado di differenziazione istologico sull’esito clinico.

 Arch Surg 2001 Jan;136(1):25-30