Dal primo trapianto in poi

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Il primo trapianto di fegato eseguito con successo venne effettuato, da T.E. Starzl, il 23 luglio 1967 su un bambino di 1 anno e mezzo affetto da un tumore epatico.

Da tale anno anche in Inghilterra, a Cambridge, Sir Roy Calne, cominciò ad eseguire trapianti di fegato, e così Pichlmayr ad Hannover dal 1972 e Bismuth a Parigi dal 1974.

Il grosso problema rimaneva però la terapia immunosoppressiva, che dal 1963 al 1965 si basava su Azatioprina e prednisone, quindi dal 1966 al 1979 degli stessi farmaci con l’aggiunta dell’ALG (Globuline antilinfociti).

Un grosso passo in avanti venne compiuto con la scoperta nel 1972 della Ciclosporina, - da parte di Jean-Francois Borel, un ricercatore della Sandoz a Basilea in Svizzera,- e l’inizio del suo impiego clinico da parte di Calne, nel 1979. L’uso di tale farmaco in protocolli di immunosoppressione in associazione con il prednisone (1980) – con o senza Azatioprina e ALG -permise l’aumento della sopravivenza dei pazienti ad 1 anno, che passò dal 20% al 70%. La ciclosporina, nota come Sandimmune, entrò in commercio negli Stati Uniti nel 1983.

Da quel momento il trapianto di fegato finì di essere un intervento di tipo sperimentale, per divenire un trattamento efficace per pazienti con gravi epatopatie. Il miglioramento della sopravvivenza dei pazienti dovette essere attribuito comunque a numerosi fattori:

1) II miglioramenti di tecnica chirurgica quali per esempio, nell’ambito dell’anastomosi biliare, l’uso di un tubo di kehr a protezione delle coledoco-coledocostomia o l’impiego della epaticodigiunostomia.

2) L’uso del tromboelastogramma nel monitoraggio delle alterazioni della coagulazione.

3) L’impiego, per decomprimere i distretti cavale inferiore e portale, di by-pass veno venosi porto-femoralià cava superiore, senza l’impiego di anticoagulanti, ma con l’impiego di tubi eparinati.

Nel giugno 1983 una “Consensus Conference” sui trapianti di fegato vide un unico grosso Centro attivo in questo campo: quello di Pittsburgh.

Nel 1986, il Dr Starzl ed il suo gruppo all’University of Pittsburgh Medical Center avviarono un protocollo sperimentale con l’uso di un nuovo farmaco antirigetto, il Tacrolimus o FK 506. Nel 1989 Starzl ne annunciò l’impiego per la prima volta in campo clinico. Nel 1994 l’uso clinico dell’FK506 o Prograf fu approvato dalla Food and Drug Administration.

Nel 1992 Murase, del gruppo di Starzl, fece un’altra scoperta in campo immunologico: il cosiddetto “chimerismo”. Lo studio di pazienti i cui fegati trapiantati funzionavano ormai da almeno un decennio dimostrò che leucociti del donatore (le cosidette cellule dendritiche) erano presenti nei linfonodi, nel cuore, ed in altri tessuti del ricevente. Il ricevente presentava così cellule con 2 corredi cromosomici, del donatore e del ricevente. Queste cellule erano presenti in tutte le sedi ed organi del ricevente, in maggior numero che non dopo trapianto per esempio di rene. Oggi si pensa che questo fenomeno sia alla base della “tolleranza” che si instaura verso il fegato, dopo un trapianto, più che con altri organi. Lo stesso fenomeno spiegherebbe come altri organi trapiantati nello stesso ricevente, vengano maggiormente “tollerati”.

 

Henry Bismuth

 

Jean-Francois Borel

 


Sir Roy Calne

 



Thomas Starzl

 

 

 

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